Introduzione

L’autore

Che dire di me?
Ero un bimbetto di quasi cinque anni, dove per vicissitudini legate alla seconda Guerra Mondiale, da sfollato a Monsampolo del Tronto, paese natio di mia madre e con mio padre al fronte, in quelle tiepide serate di inizio primavera, chissà perché alzavo gli occhi al cielo forse perché la luce delle migliaia di stelle rischiaravano le notti buie e tenebrose di quel triste periodo (non vi era luce elettrica allora e in casa si stava a lume di candela).
Proprio alzando gli occhi al cielo e nel buio più completo ebbi l’incomparabile fortuna di vedere la Via Lattea in tutta la sua straordinaria bellezza. Sono stati momenti che hanno fatto nascere in me la passione per l’astronomia.

Dal dopoguerra fino ai primi anni '80

Finita la guerra ritorno a Milano dove ho iniziato i miei studi elementari. Finiti i cinque anni di scuola, e non avendo voglia di proseguire oltre gli studi, all’età di quattordici anni mio papà mi trovò un lavoro nella bottega di un orafo suo amico, diventando un ottimo cesellatore di metalli. Da qui un salto temporale di molti anni sino ad arrivare agli inizi degli anni sessanta, dove si risvegliò in me la voglia di astronomia, per altro mai sopita.
Acquistai quindi, un piccolo rifrattore giapponese con la sua bella montatura equatoriale e con esso mi dilettai ad osservare luna, pianeti e principalmente i fenomeni solari, quali gruppi e macchie.
Poi un vuoto temporale fino agli inizi degli anni ottanta fino a quando, dietro esortazione del mio amico astrofilo Sandro Baroni (grande e famoso variabilista), mi fece iscrivere sia alla SAIT (Società Astronomica Italiana) che all’UAI (Unione Astrofili Italiani).

La rinascita della sezione Sole

L’UAI in quegli anni operava già nei vari campi dell’astronomia con le sue sezioni di ricerca e subito mi accorsi che l’unica sezione disastrata e non operativa era la Sezione Sole, a suo tempo abbandonata con le dimissioni dell’allora Riccardo Cervellin.
Fu negli anni successivi che conobbi Davide Dal Prato del Gruppo Astrofili di Bergamo e Gino Tarroni del Gruppo Astrofili di Genova-Sestri che stavano riorganizzando e rendere operativa la sezione, a cui diedi un mio parziale contributo. Lì nacque una attiva collaborazione con Gino Tarroni e con essa una profonda amicizia fatta di contatti e di scritti sulle problematiche inerenti allo studio dell’attività solare.

La morte di Gino Tarroni e la nascita del manuale

Tutto questo durò fino a quel fatal giorno del 19 dicembre 1986. Gino morì dopo tre giorni di coma per l’incidente avvenuto alla sera del 16 dicembre 1986. Rimasi esterrefatto!
Nei giorni successivi, con il groppo in gola, molte volte lessi e rilessi le note del buon Gino. Mi sembrava di avere in mano carta straccia senza più valore. Superati i giorni dello sconforto, mi nacque l’idea di raccogliere in un manuale tutte le informazioni che Gino mi aveva mandato. Era un modo postumo per rendergli omaggio alla sua breve carriera di astrofilo.
Di questa mia idea ne parlai subito con Roberto Battaiola coautore di questo manuale, anche lui conoscitore delle metodiche sulle osservazioni solari, tra l’altro molto ferrato in matematica, che sentita la mia proposta ne fu subito entusiasta del progetto.
La stesura di questo manuale è durata circa 14 anni, tempo reso necessario alla riorganizzazione delle migliaia di dati in mio possesso, e terminato nel corso del 2010. Il resto è cosa dei nostri giorni visto che a tutt’oggi sono socio UAI con la tessera n° 392 e attivo nell’attuale Sezione Sole il cui responsabile è tutt’ora Luciano Piovan.

Francesco Decorso

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