L’undicesima orbita del Parker Solar Probe

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Figure 1. 28 aprile 2021. La sonda Parker Solar Probe entra per la prima volta nella corona solare attraversando la superficie critica di Alfvén. Ripeterà questo percorso molte volte fino ad avvicinarsi a 6 milioni di chilometri dalla superficie solare. Credit: NASA/Johns Hopkins APL

Nel passaggio del 28 aprile 2021 la sonda aveva attraversato per la prima volta la superfice critica di Alfvén, entrando così effettivamente nella corona solare e anche nella storia. La corona solare è composta principalmente da plasma a temperature di milioni di gradi Kelvin e non è normalmente visibile dalla Terra se non durante le eclissi di sole.  Gli intensi campi magnetici, combinati con la forza gravitazionale esercitata dalla massa solare, riescono a trattenere le particelle cariche del plasma della corona solo fino ad una certa distanza, chiamata appunto superficie critica di Alfvén. Da questo punto in poi il flusso di particelle diventa diretto esclusivamente verso lo spazio esterno e viene chiamato vento solare.

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Figure 2. Illustrazione che mostra il passaggio della sonda Parker Solar Probe attraverso uno zig-zag (switchback) del campo magnetico. Credit: NASA/Johns Hopkins APL

Lo scopo della missione è quello di studiare la corona solare entrando sempre più in profondità in questa zona dell’atmosfera del sole ancora poco conosciuta. Tra le tante domande che fanno passare da anni notti insonni agli astrofisici, la prima riguarda la temperatura della corona solare. Come fa a trovarsi a temperature di milioni di gradi quando la fotosfera è nell’ordine delle migliaia? Un altro mistero riguarda il flusso di particelle che sfuggendo dai campi magnetici forma il vento solare. Come fa questo flusso a raggiungere velocità di centinaia di chilometri al secondo? Un altro fenomeno ancora non del tutto chiarito è la presenza degli “switchbacks”, una sorta di zig-zag del campo magnetico che sembrano originarsi nei punti di contatto di due celle convettive adiacenti della fotosfera.

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Figure 3. Nell’illustrazione un dettaglio della fotosfera con visibile il flusso a zig-zag dei campi magnetici che originandosi dai punti di contatto tra celle adiacenti si pensa possano essere proprio quelli osservati dalla Parker Solar probe ad una distanza molto maggiore. Credit: NASA/Johns Hopkins APL

Nei prossimi mesi i dati raccolti dalla sonda verranno resi disponibili e ci faranno conoscere qualcosa in più dell’unica stella che abbiamo abbastanza vicino da poter essere studiata nel dettaglio.

Per maggiori dettagli sulla sonda si può visitare il sito dedicato della NASA:

La sonda contiene 4 strumenti gestiti da altrettanti enti:

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